Riepilogo in 30 secondi:
- La vita in condizioni di lockdown ha portato ad un enorme assorbimento del consumo di media, incluso un aumento del 44%, a livello mondiale, nell’uso dei social media.
- Mentre la pandemia COVID-19 ha sconvolto il mondo delle persone, anche il settore industriale ha avuto significative variazioni
- Molte aziende non solo sono rimaste a galla, ma sono riuscite ad attrarre un nuovo pubblico attraverso un uso intelligente del content marketing.
Pandemia e relativi lockdown hanno, in qualche modo, costretto le aziende a cambiare rapidamente strategie per adattarsi ai nuovi modelli di mercato. Negozi e attività commerciali si sono dovute trasferire online, i ristoranti si sono riconvertiti per il servizio da asporto con menù limitati. Altre attività come bar e settore dell’ospitalità si sono arrestate completamente, al punto che qualcuno ha chiuso i battenti definitivamente.
Eppure, nonostante tutto, alcune aziende sono rimaste a galla riuscendo addirittura ad attrarre un nuovo pubblico grazie all’uso mirato e consapevole del content marketing.
Ecco quattro tipi di contenuti coinvolgenti che hanno avuto successo durante il lockdown.
1. Content community
Le piccole realtà di brand, in questo periodo, hanno fatto affidamento sui loro clienti fedeli. Ne hanno incentivato gli acqusiti anche attraverso la politica dei preordini, quasi a scongiurare possibili scarsità future.
Il COVID-19, con le sue ricadute sul commercio, ha catalizzato l’attenzione dei più. Gli imprenditori sono stati costretti ad imbastire velocemente manovre adattive alle mutevoli priorità dei loro clienti.
Pertanto, i piani di marketing esistenti sono stati accantonati, lasciando il posto a nuove strategie di contenuti mirati nel lockdown che ponevano l’accento sull’empatia rispetto al business.
Le aziende dovevano rinforzarsi, dimostrando di avere a cuore sia i consumatori che il proprio personale. Il tutto cercando di perseverare a distribuire valore e differenziarsi, dai concorrenti, durante l’epidemia.
Un buon investimento è:
utilizzare il proprio pubblico per costruire una comunità, in grado di adattarsi alla nuova normalità mostrandone e condividento i vari processi di adattamento.
Aldi, nel Regno Unito, ha ad esempio condiviso aggiornamenti per mostrare in che modo stavano investendo nel sostenere le comunità locali durante l’epidemia.
Sebbene questo tipo di contenuto non produca una quantità enorme di entrate a breve termine, aiuta a costruire l’affinità con il brand e, in ultima analisi, le vendite a lungo termine.
Uno studio del 2019 ha rilevato che il contenuto incentrato sullo scopo del brand innesca una reazione fisica ed emotiva molto positiva nei consumatori, più di quanto non faccia a quelli che si concentrano solamente sul prodotto.
2. Contenuti educativi
Durante il lockdown, molte persone hanno colto l’occasione di avere del nuovo tempo libero per investire in cultura e formazione. Non solo questa è stata un’opportunità per sviluppare capacità professionali, ma è stato anche un metodo per rimanere coinvolti e mantenere attiva la mente. Pertanto, più persone del solito si sono impegnate con contenuti educativi online.
Durante la pandemia, LinkedIn ha registra i suoi massimi livelli di coinvolgimento, con utenti che guardano oltre 4 milioni di ore di contenuti sulla piattaforma LinkedIn Learning subito dopo l’entrata in vigore del blocco. I professionisti di LinkedIn ospitano chat dal vivo in cui condividono informazioni reali e basate sui dati con il loro pubblico.
Altri brand hanno fornito risorse gratuite per aiutare gli utenti a migliorare le proprie competenzen anche le più differenti. Moz, ad esempio, consentiva agli utenti di accedere gratuitamente ai corsi dell’accademia SEO, solitamente a pagamento. Nel frattempo, riconoscendo che i clienti non sarebbero stati in grado di andare in vacanza normalmente, la campagna Italy at Home di Pasta Evangelists ha fornito agli utenti nuove ricette da provare che avrebbero aiutato a portare un po’ di evasione italiana nelle loro case.
Sebbene queste strategie di contenuto non abbiano un valore commerciale immediato, quelle che hanno avuto accesso alle sessioni di formazione o alle ricette durante il blocco avranno un’affinità più forte verso ciascun brand e daranno maggiori probabilità di portare alla conversione in futuro.
3. Contenuto edificante e divertente
Le notizie negative sono state difficili da evitare, sia che si trattasse di morti per coronavirus, sconvolgimenti politici o ingiustizie sociali. Non sorprende quindi che molti consumatori abbiano cercato un po’ di sollievo dalla realtà, con contenuti leggeri e divertenti, che sono diventati più popolari che mai.
Secondo un sondaggio di Channel Factor, l’80% dei consumatori si dirige verso i propri vlogger preferiti su YouTube per migliorare il proprio umore, il 69% degli intervistati ritiene tali contenuti più edificanti rispetto a quelli su altri canali. Dei video più popolari trasmessi in streaming su YouTube, quasi la metà erano video di intrattenimento (48%), mentre il 33% erano incentrati sulla commedia.
Innocent Smoothies, ben noto per il suo approccio rilassato al content marketing, pone le sfide quotidiane del lavoro da casa per intrattenere la propria comunità.
Mentre The Woodland Trust ha fornito suggerimenti su come mantenere i bambini coinvolti con la natura nonostante siano costretti a rimanere a casa durante il blocco.
La creazione di contenuti divertenti e spensierati senza interesse commerciale può funzionare bene in tempi di incertezza, aumentando il tuo pubblico sui social media e costruendo una maggiore affinità con tra community e brand.
In alternativa, i marchi possono investire nell’influencer marketing e collaborare con i creatori di contenuti che hanno il proprio pubblico consolidato per aiutare a far crescere la propria platea.
4. Omnichannel content
La vita in condizioni di lockdown ha portato a un enorme fruizione di media, incluso un aumento del 44% a livello mondiale nell’uso dei social media secondo Statista. Con più persone che navigano attraverso vari canali di social media, è più importante che mai per i brand posizionarsi dove si trova il loro pubblico, soprattutto perché il commercio online continua a crescere.
È stato previsto che le esperienze digitali saranno ancora più importanti dopo la pandemia.
È diventato chiaro che molti aspetti dell’interazione con il cliente dovranno essere digitalizzati per rispettare le misure di distanziamento sociale.
Quindi, ora più che mai, è fondamentale che: i marchi creino un’esperienza online senza soluzione di continuità per il loro pubblico al fine di evitare qualsiasi confusione tra le piattaforme e incoraggiare gli acquirenti con annunci e post mirati.
Buon lockdown content a tutti!
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