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Scrivere per gli assistenti vocali. Scrivere per la voce per posizionarsi su Alexa e Google Home ed essere comprensibili al proprio pubblico è oggi più che mai indispensabile.

Occhi e orecchie non vanno d’accordo se si tratta della parola scritta.

Le parole sulle quali occhi e mente si soffermano spesso sono solo d’intralcio per l’orecchio, dato che non è lui decidere quando arriva la parola successiva, né eventualmente di “riavvolgere” il parlato.

Scrivere per la voce finora è stato un mestiere di chi scrive discorsi, dialoghi teatrali o cinematografici, podcast o programmi radio, sicuramente anche parolieri e poeti ricadono in questa categoria.

Da quando la voce si è imposta come nuovo strumento di meraviglia, con l’avvento degli assistenti vocali, è un mestiere che dovrebbe interessare tutti i produttori di contenuti, di qualsiasi tipo.

Scrivere per la voce è diverso dallo scrivere e basta.

Lo scopo di scrivere per la voce è quello di scrivere in modo semplice che di per sé è una faccenda assai complicata. Arrivare subito al punto non è una dote diffusa tra chi maneggia le parole ma tanto manca quanto è invece essenziale.

L’ascolto di un contenuto, rispetto alla lettura, è spesso privilegiato quando si sta facendo dell’altro. Probabilmente si hanno le mani occupate a guidare o cucinare, per esempio, e la mente è attenta solo per metà.

Solo questo insieme alla mancanza di controllo sul contenuto vocale, richiede doti di accuratezza, brevità e chiarezza ben oltre quanto necessario per la parola da leggere.

Scrivere per gli Assistenti Vocali

Per scrivere per gli assistenti vocali è necessario ricordarci due cose:

  • Google deve capire di cosa si scrive nei diversi punti del testo,
  • chi ascolta deve riuscire a seguire anche se è impegnato a fare altro.

Questi che seguono sono i tre principi che bisogna osservare per raggiungere i due obiettivi appena descritti.

Vi scrivo una lunga lettera perché non ho tempo di scriverne una breve.” — Voltaire

#1 Scrivi accurato

Scrivere per la voce non è la stessa cosa che trascrivere come normalmente parliamoanzi, se possibile è la cosa più distante che ci possa essere.

Per esempio, in ufficio vi sarà capitato di ascoltare storie anche semplici, come il resoconto della propria mattinata, di persone che si perdono in un bicchier d’acqua: prima elencano una sfilza di dettagli inutili, si lasciano distrarre da altri eventi, inseriscono particolari omessi in precedenza, poi perdono il filo del discorso, infine realizzano di parlare troppo, accelerano e tagliano dimenticando le cose importanti da dire. E finalmente “arrivano al punto”, chiudendo il racconto in modo ben poco coinvolgente.

Provate a sottoporre a chiunque (non solo a Google) un testo organizzato come sopra e sarà difficile che capisca qualcosa, men che meno ne sarà entusiasta.

Per scrivere un testo “pulito” bisogna prima di tutto evitare dettagli inutili e scegliere cosa tenere e cosa tralasciare. Un’operazione non facile anche per la parola da leggere. È bene dividere in parti le storie complesse ed eliminare anche le frasi contorte, evitando annidamenti, parentetiche, citazioni o fatti secondari.

Un paio di note tecniche: usate cifre e numeri arrotondati (oltre 1.000.000 e non 1.056.324) e inserite la fonte prima dell’eventuale citazione, non dopo.

#2 Usa la brevità

Il testo deve essere asciutto. Se pensate che sia asciutto a sufficienza, date un’altra lettura e provate ad asciugarlo ancora di più.

Qui vale la frase di Voltaire “Vi scrivo una lunga lettera perché non ho tempo di scriverne una breve”, ma non solo per il testo nella sua interezza, ma anche per le frasi e per le parole, tutto deve essere breve, accurato e diretto al punto.

Chi ascolta con un orecchio solo può facilmente perdersi in frasi lunghe o seguendo un filo troppo contorto.

Anche il testo nella sua interezza deve essere breve. Ovviamente dipende dal tipo di contenuto.

In generale è bene dividere un testo in più parti non solo quando è complicato ma anche quando è troppo lungo per riuscire a sostenere l’attenzione di chi ascolta.

#3 chiarezza, sempre

Metafore ardite, sequenze di analogie, voli pindarici… sono tutti banditi, scrivete con parole comuni, anche tecniche, secondo il pubblico di riferimento, quello che avete da dire.

Quando si scrive per la voce, alcune regole di normale scrittura sono ribaltate. È il caso delle allitterazioni e delle ripetizioni che, nella parola da ascoltare, sono decisamente un toccasana e migliorano l’impatto del testo.

Infine, nella composizione delle frasi ci sono altre due regole che è bene seguire: la cadenza e l‘importanza delle parole.

Per l’importanza, nella parola da ascoltare è bene mettere le parola più importante alla fine della frase, quindi come ultima. La regola dice che l’ultima parola pronunciata è quella che si ricorda di più.

Per la cadenza, quando rileggete il testo, verificate che sia fluido e segua un suo ritmo. Per esempio, la frase: “Il testo deve essere breve, accurato e chiaro”, funziona meglio cambiando l’ordine delle parole così “Il testo deve essere, breve, chiaro e accurato”.

Potete applicare molte di queste regole durante la stesura del testo ma altre si applicano solo dopo una o più riletture ad alta voce. Il testo è un “parlato” quindi è molto importante ascoltarlo e sentirlo pronunciare da una voce elettronica, per evitare che il tono che avevamo immaginato scompaia totalmente con una lettura piatta.

Queste pochi consigli si concentrano esclusivamente sulla scrittura dei testi.

I testi dovranno essere compresi e pronunciati da Alexa & soci, e sono ben lungi dall’essere esaustivi in tema generale di contenuti per gli Assistenti Vocali.

Sono comunque importanti perché identificano un formato di scrittura molto diverso da quello usato per le “parole da leggere”.

Se su desktop e mobile i contenuti si scorrono e si guardano con foto e video, gli Assistenti possono contare solo sulle parole, e solo dalle parole viene giudicata la qualità del contenuto. Credo valga la pena curarle al meglio.

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