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instagramPiù volte abbiamo ribadito i numerosi vantaggi di una comunicazione fatta per immagini, su tutti due:  velocità di trasmissione e immediatezza di comprensione.

Tali benefici saranno tanto più positivi se alle  semplici immagni fa da corollario anche una parte scritta.

Instagram, il  social visual per eccellenza degli ultimi anni in grado di condividere l’istante (Insta) e il messaggio (Gram) usa un linguaggio molto elementare fatto in prevalenza di emoticons, di hashtag e di emozioni. Chi lo ha in uso si sarà accorto che, dopo la foto, la didascalia è la cosa più importante e costituisce parte integrante nel processo di creazione di valore aggiunto all’immagine.

A questo punto viene fisiologico domandarsi: come l’azienda deve scrivere su Instagram?

Assodato che le foto sono le vere protagoniste, la scrittura e i contenuti devono essere la famosa ciliegina sulla torta.

Vediamo di sviluppare alcune riflessioni assieme, che potrebbero essere utili soprattutto in un processo di ingaggio e fidelizzazione dei followers.

 

Cominciamo dalle cose elementari.

  • Attenzione alla forma, alla grammatica e alla ortografia.

Prima di pubblicare è utile rileggere ciò che si è scritto, un testo con errori dequalifica anche una bella immagine. L’attenzione del lettore sarà catalizzata sull’errore e non più sull’immagine, con indubbie ricadute negative su quest’ultima.

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  • Non perdersi in didascalie eccessivamente lunghe

La foto parla da sola, per cui evitate di descriverla. Si può descrivere l’emozione da cui scaturisce lo shot oppure lo stato d’animo che suscita ma non superate mai le 5/6 righe. L’interlocutore a leggere troppo si stanca e va oltre. Siamo in un social visual per cui le persone non desiderano leggere molto, se si annoiano rischiano di fare uno scroll down veloce e abbandonarci, e ciò è assai più probabile in quanto trattasi di visualizzazione verticale su smartphone.

[Tweet “Scrollmarketing: cattura il cliente in mezzo giro della rotellina del mouse (Federico Bigagli)”]

 

  • Usare gli emoticons.

Un ottimo sistema per essere rapidi e concisi, con piccole immagini si è in grado di esprimere la maggior parte delle sensazioni. Sono molto utili a volte anche solo per rispondere a commenti.

  • Seguire un piano editoriale

Pubblicare a giorni prefissati, aver costruito un database di immagini e commenti oltre ad aver immaginato delle vere e proprie rubriche da trattare. E’ un modo per facilitare il lavoro di follower che impara i nostri tempi e non deve cercarci tra le migliaia di foto che vengono quotidianamente postate. Postare ogni tanto all’azienda non serve, anzi lascia trasparire un senso di trascuratezza verso i propri seguaci.

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  • Usare gli hashtag con cautela

Non servono a cercare la visibilità, ma devono raccontare e descrivere lo scatto e classificare la foto sotto un unico argomento. Non applicare tanti hashtag nella descrizione. Eventualmente possono essere integrati nel testo o nei commenti.

In conclusione non possono mancare dei piccoli consigli più vicini alla strategia che non alla scrittura. Comincerei ricordando:

 [Tweet “Scriviamo per un target definito e non per noi stessi”]

 Una volta stabilito chi dovrà seguirci evitiamo di magnificentarsi, cerchiamo il confronto e stimoliamo i commenti dei vari utenti chiamandoli direttamente in causa, taggandoli nelle foto a seconda del gradimento che fino a quel momento ci hanno manifestato. L’attenzione di chi gestisce questo social è proprio quella di capire dove gli utenti mettono mi piace e notare su quali immagini sono più assidui magari anche con commenti.

Infine:

 [Tweet “Non dimenticate mai di ringraziare chi mette anche il semplice mi piace”]

 Normalmente si tende a rispondere solamente a chi ha commentato e ciò più che un errore lo definirei una ingenuità.

Non dimentichiamo mai coloro che son passati dalla nostra foto e per un qualunque motivo hanno avuto modo di apprezzarla. Probabilmente lo hanno fatto in maniera del tutto automatica e forse anche senza pensarci, allora è giusto richiamarli con più attenzione sulla stessa cercando con loro un contatto caldo e diretto. Ringraziare tutti sì, ma non subito, meglio se qualche giorno dopo così torneranno ancora una volta sulla foto e ciò che prima era stata una semplice vista fugace si sedimenterà nella loro memoria in maniera più salda rafforzando la voglia di seguirci.
Buone instagrammate a tutti

 

by Federico Bigagli

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