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Perché social network e piattaforme sono interessati a trasmettere gli eventi sportivi?

Lo sport, oltre che wellness, è anche e attrazione di pubblico e soprattutto intrattenimento che si traduce in un interessante giro d’affari.

Lo sanno bene sia le pay-TV che i produttori di gaming sportivi che hanno utili importantissimi ogni anno. Per questo social network e piattaforme nativo digitali volgono sempre più lo sguardo in questa direzione.

È notizia di questi giorni che la Champions League, dal 2021, in Germania sbarcherà su Amazon. Per quanto possa suscitare curiosità il colosso di Jeff Bezos non è nuovo a questi investimenti.

 

La casa di Seattle aveva già fatto notizia con l’acquisto dei diritti del football americano e del tennis, adesso sta gestendo in esclusiva il pacchetto di 20 match della Premier League inglese, oltre ad aver già acquistato i diritti Tv per il tennis e la National Football League (NFL) negli USA.

 

«Siamo entusiasti – ha dichiarato Alex Green, amministratore delegato della divisione Prime Video Sport Europa di Amazon – di portare il calcio della Uefa Champions League ai nostri clienti in Germania».

Non è ancora chiaro se Amazon voglia diventare a tutti gli effetti un competitor “sportivo” dei grandi operatori di pay-Tv.

Alcuni operatori, vedono nella trasmissione dei migliori eventi sportivi un’opportunità per potenziare il servizio di abbonamento ad Amazon Prime piuttosto che un’offerta per diventare un vero e proprio operatore di pay-Tv.

 

 

Anche Facebook si sta cimentando in questo mondo avendo acquistato i diritti televisivi della Champions League per l’America Latina.

Per il Cricket indiano vi partecipa con Google mentre Twitter si è ritirato.

Certo è che siamo in presenza di un mercato sempre più frammentato tra operatori TV e servizi OTT.

Ben oltre le dichiarazioni ufficiali e le interpretazioni dei vari players di settore la vera domanda rimane: “perché social network e piattaforme sono interessati a trasmettere gli eventi sportivi?

L’obiettivo principale rimane: “spingere le persone a trascorrere più tempo possibile sulle piattaforme”.

 

Rispetto all’obiettivo Facebook, Amazon e Google partono avvantaggiati rispetto alle pay-TV. Hanno costi estremamente bassi, dispongono di grande liquidità. Soprattutto le loro entrate non dipendono solamente dagli abbonamenti ma più in generale dall’accesso a tutti gli altri servizi fruibili sulle piattaforme.

Una partita quasi impari, per questo nei prossimi mesi prevedo che ne vedremo delle belle a suon di offerte tra servizi e costi ribassati.

 

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