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Fare storytelling non significa raccontare la cronologia dei fatti aziendali, ma generare una serie di discorsi avvincenti che coinvolgano ed emozionino il pubblico.

Senza una tensione drammatica, un racconto è piatto, è una descrizione di semplici avvenimenti: sono gli ostacoli improvvisi, i caratteri che si modellano con l’avanzare della storia, l’opposizione degli antagonisti, l’aspettativa per il finale che generano le domande drammatiche che il pubblico si aspetta. La narrazione deve creare, sviluppare e risolvere momenti problematici che il nostro brand/prodotto risolve con azioni e strategie concrete. Per generare un intreccio drammatico che colpisca gli spettatori, bisogna mettere in gioco tutte le domande che implicano risposte determinate e risolutive.

Il problema posto dal narratore verrà risolto bene nel caso di un lieto fine, o male se la conclusione è tragica. Una trama esemplificativa potrebbe essere la seguente:

presenza di un eroe che, per compiere un’impresa, deve affrontare un rivale entrando in conflitto con lui. Il compimento dell’azione è conquistare un tesoro con l’aiuto di oggetti magici.

corporate storytelling 3.1Raccontare l’identità d’impresa significa includere quattro aspetti, o livelli di analisi, da collegare fra loro:

– le narrazioni che l’organizzazione fa di sé, ovvero eventi o situazioni rilevanti che vengono collocati all’interno di una trama narrativa (quello che un’organizzazione pensa di essere);

– le rappresentazioni degli eventi passati più importanti riassunti e ricordati mentalmente come storie, che poi si possono anche riattivare nel momento in cui esiste la necessità di elaborare nuove conoscenze ed esperienze (quello che un’organizzazione ricorda di essere);

– l’andamento della storia, il suo generare momenti drammatici, uno dopo l’altro, e come vengono superati, per arrivare a quello conclusivo finale, risolutivo (quello che un’organizzazione crede di essere);

– il posizionamento narrativo che decide di avere ovvero sotto quale luce vuole farsi leggere, per quali aspetti vuole farsi ricordare.

[Tweet “Nello Storytelling è necessario definire l’obiettivo narrativo da raggiungere”]

A seconda dell’obiettivo si dovranno scegliere poi le trame, i generi e le microstorie specifiche (definendo eroi, tesori, conflitti, nozze finali, ecc.). La scelta della forma più adatta di narrazione dipende dalla finalità narrativa: se il brand/prodotto vuole esprimere presidio, la forma più adatta sarà l’epica, ovvero il pathos, l’espressione di testa e cuore; se invece è il cambiamento, sarà il melodramma ad esprimerla, in quanto ricco di colpi di scena.

I tipi di genere da considerare sono classificabili in: azione, crimine, erotico, fantascienza, fantasy, mistery, narrativa, noir, poliziesco, orrore, thriller, western.

 

by Luisa Di Tolla

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